Attualità

di Cassin Lucia, Cederna Gabriele e Mandelli Chiara

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Maturità: un incubo per molti, una gioia per pochi

Nell'ordinamento scolastico italiano viene definito come l'esame che un tempo si sosteneva dopo la quarta elementare, mentre oggi viene svolto al termine del corso degli studi superiori di secondo grado. Quest'anno, però, è stata attuata una serie di drastici cambiamenti. Ma che cosa ne pensano i nostri maturandi?

Per comprendere al meglio la situazione abbiamo sottoposto un questionario ai ragazzi di quinta superiore dell'I.S.I.S.S. Maironi da Ponte e ci siamo confrontati con la professoressa Rubini, referente dell'area didattica, per avere una visione più completa. 


Tra i cambiamenti più rilevanti introdotti troviamo la modalità di ammissione: sarà infatti richiesta la sufficienza in tutte le discipline, compresa la condotta. Nel momento in cui l'alunno dovesse per qualche motivo presentare delle lacune il consiglio potrebbe ugualmente decidere l'ammissione con adeguata motivazione.

Per quanto riguarda la prima prova, la professoressa afferma che le tracce che saranno assegnate saranno presumibilmente ampie, facilmente accessibili ed esaustive. In questo modo lo studente può svolgere la prova tranquillamente. Questa sua posizione però contrasta con il 70% degli studenti, che in questi anni si sono sempre esercitati sullo svolgimento del saggio breve e ora si trovano ad affrontare richieste differenti.

Per quanto concerne la seconda prova, invece, referente e alunni si trovano sulla stessa lunghezza d'onda. Entrambi sono infatti per la maggioranza concordi nel dire che la prova dovrebbe essere meno nozionistica in quanto le capacità teoriche richieste sono troppo elevate. Fra le ragioni sostenute dagli studenti troviamo il fatto che all'esame di maturità sarebbe più corretto valutare le capacità, piuttosto che le conoscenze date dal semplice studio. Detto questo, però abbiamo notato che una piccola minoranza afferma essere più giusto ampliare la quantità di argomenti richiesti perché, da un lato, "prepara all'università"; dall'altro ritengono corretto esaminare il livello raggiunto alla fine del ciclo di studi nelle materie d'indirizzo. A conciliare questi due pareri contrastanti la professoressa ci ha assicurato che, seppur la prova implichi più materie, esse sono organizzate in "compartimenti stagni" ben distinti, in modo da facilitare la loro comprensione.

I ragazzi hanno anche riferito il loro parere in merito alla terza prova e i vari cambiamenti a cui è andata in contro (estrazione dell'argomento da trattare, l'assenza della tesina, domande relative a cittadinanza e costituzione). La valutazione complessiva che i maturandi hanno assegnato a questa prova è gravemente insufficiente. Infatti s'aggira intorno a 3,6 su un valore massimo di 10. La referente invece attribuisce alla prova un 6 (o almeno questo è ciò che noi abbiamo dedotto dopo averla intervistata).

Infatti, nonostante ritenga semplice e fattibile la parte di cittadinanza e d' alternanza scuola-lavoro, ciò che fa abbassare notevolmente il voto finale riguarda la parte più consistente della prova: la trattazione di un argomento scelto al momento. Quest'ultimo, infatti richiede all'alunno capacità critico-argomentativo approfondite, che sono difficili da dimostrare partendo da un argomento non a piacere.

Infine è noto anche che il giudizio finale resterà in centesimi ma verrà attribuito un maggior peso all'andamento scolastico durante gli ultimi tre anni di superiori: i crediti scolastici che gli studenti possono accumulare passano infatti dai precedenti 25 agli attuali 40. La referente li definisce "sacrosanti" perché, come detto precedentemente, vanno proprio a valorizzare tutto il cammino percorso.

Come atto di chiusura, prima di lasciarci, la professoressa ci ha invitato a riflettere su un argomento che, a nostro parere, è molto istruttivo. Lei stessa afferma quanto sia importante dare sempre il massimo e conoscere i propri limiti in modo da non avere ripensamenti futuri. Questo costituisce la differenza tra un alunno che esce dal liceo con 8o ma che avrebbe potuto dare di più, e uno che invece esce con 75 ma ogni suo punto lo ha sudato e guadagnato a pieno.

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